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La Microfusione

La microfusione consiste nell’eseguire un modello in cera che viene rivestito dal materiale di formatura e successivamente eliminato mediante fusione. Il processo di microfusione si svolge in più stadi:
1. produzione di numerosi modelli in cera, a partire da un modello in materiale metallico, in cui si inietta la cera; questi modelli sono chiamati secondari per distinguerli dal modello metallico, che è chiamato primario;
2. fissaggio dei modelli in cera a un colatoio, in modo da creare una formazione a grappolo;
3. costruzione del guscio ceramico (forma) attorno agli elementi del grappolo, attraverso successive immersioni del grappolo in differenti impasti ceramici;
4. innalzamento della temperatura della forma per ottenere la
fusione e la fuoriuscita della cera che viene recuperata;
5. cottura della forma (guscio) per indurirla;
6. colata del metallo nella forma;
7. raffreddamento (in qualche caso controllato) dei getti;
8. rottura del modello ed estrazione dei particolari;
9. finitura e controllo dei getti.
La microfusione è usata per realizzare oggetti artistici e ornamentali, in gioielleria, nelle protesi dentarie e in campo industriale, dove viene utilizzata per la produzione di oggetti di forma complessa (con pesi che variano da
meno di 1 g fino a 80 kg), con tolleranze dimensionali ristrette (meccanismi delle armi da fuoco e parti di macchine per l’industria tessile). I materiali più utilizzati sono l’acciaio, le leghe di rame (bronzi e ottoni), le leghe di nichel.
La microfusione è la tecnologia di fonderia che ha avuto maggiore sviluppo e si è perfezionata al punto da poter competere non solo con gli altri processi di fonderia, ma anche con i metodi tradizionali come la forgiatura e la lavorazione a utensili; con essa infatti si ottengono getti di
elevatissima qualità che possono soddisfare le esigenze di
qualsiasi tipo di industria.